venerdì 26 luglio 2019

Castore e Polluce (Pocapaglia primavera 2010)

L’arte di nascondere
O sarebbe meglio dire L’Arte per nascondere. Si così come quando hai una macchia sul muro, quelle che nemmeno una tinta “forte” riuscirebbe a coprire. Ed allora interviene il quadro, quello che hai avuto in regalo da un’amico che non puoi buttare ma che con questa nuova macchia sul muro sarà quello da valorizzare e interpretare come acquisto impulsivo e istintivo.
D’altronde anche le “Luci d’artista” a Torino sono andate a coprire edifici scarni e popolazioni poco abbienti che per un po’ di tempo hanno accettato la provocazione per non sentirsi “diversi” dalla via Roma di Torino ma che a poco a poco preso coscienza e sfogato rabbia.
A Scampia i murales padroneggiano su ampie facciate delle case, forse per baipassare la domanda di cosa succede e come si vive negli interni del quartiere e degli alloggi.
Per le piccole città borghesi l’arte per nascondere sfocia nel rincorrere una cultura di cui ci si sente privi, con i cospicui capitali si fa a gara a portare i migliori maestri d’arte nelle provincie, per obliare ad un male di vivere che si esprime nel numero di suicidi e stati depressivi degli abitanti.
Il clamore dei media sull’opera nello specifico completa l’intenzione come una pianificazione.
La magia dell’Arte è sempre invece stato l’opposto per sua natura. L’Arte era ed è il modo per ottenere attenzione verso le necessità basilari dell’essere umano e non solo per compensarle (o peggio ancora coprirle). Le immagini di protesta nei vari periodi storici non erano mai (o quasi mai) fine a se stesse, ambivano a sollecitare l’attenzione del potenti e del popolo alle necessità dell’uomo, e ad un malessere anche personale di esso (schiavitù, cibo, casa, malattia, e violenza in genere) con una provocatoria denuncia di ciò che si stava evolvendo nel male dell’ingiustizia e del bisogno, in cui l’arte era l’unico modo per esprimere e forse l’unica risorsa permessa.
Non so ma tutto questo suona un po’ dai nostri potenti come: “ la gente vuole pane… dategli le Brioches”.

Titolo: Castore e Polluce (Pocapaglia primavera 2010)

sabato 17 marzo 2018

Donne (Teatro di Nizza febbraio 2015)


... e più lei parlava e più io mi chiedevo perchè le permettessi di umiliarmi così... e alla fine decisi trovarle un posticino nelle persone perdute della mia vita.

sabato 7 ottobre 2017

mercoledì 2 novembre 2016

mercoledì 14 settembre 2016

Caos



Cambiano i compagni/e.. come cambiare comodini giurando a noi stessi  che… è questa volta l’amore vero… prima ero solo ingannato…  d’altronde nessuno è così magnanimo come con se stesso…  no… non abbiamo mai sbagliato noi e se l’abbiamo fatto è in piena “onestà” .. si l’altro/a prima di te… faceva questo e quello… TU invece no… e intanto si aspetta che ci stufiamo di noi… perché tu.. prima o poi farai qualcosa che non mi piace.. e pur di non restare soli… teniamo nella mano la maniglia “traditrice” quella che ci permetterà di rimanere amati… perché il prossimo sarà il vero amore.