L’arte di nascondere
O sarebbe meglio dire L’Arte per nascondere. Si così come quando hai
una macchia sul muro, quelle che nemmeno una tinta “forte” riuscirebbe a
coprire. Ed allora interviene il quadro, quello che hai avuto in regalo
da un’amico che non puoi buttare ma che con questa nuova macchia sul
muro sarà quello da valorizzare e interpretare come acquisto impulsivo e
istintivo.
D’altronde anche le
“Luci d’artista” a Torino sono andate a coprire edifici scarni e
popolazioni poco abbienti che per un po’ di tempo hanno accettato la
provocazione per non sentirsi “diversi” dalla via Roma di Torino ma che a
poco a poco preso coscienza e sfogato rabbia.
A Scampia i murales
padroneggiano su ampie facciate delle case, forse per baipassare la
domanda di cosa succede e come si vive negli interni del quartiere e
degli alloggi.
Per le piccole città borghesi l’arte per nascondere
sfocia nel rincorrere una cultura di cui ci si sente privi, con i
cospicui capitali si fa a gara a portare i migliori maestri d’arte nelle
provincie, per obliare ad un male di vivere che si esprime nel numero
di suicidi e stati depressivi degli abitanti.
Il clamore dei media sull’opera nello specifico completa l’intenzione come una pianificazione.
La magia dell’Arte è sempre invece stato l’opposto per sua natura.
L’Arte era ed è il modo per ottenere attenzione verso le necessità
basilari dell’essere umano e non solo per compensarle (o peggio ancora
coprirle). Le immagini di protesta nei vari periodi storici non erano
mai (o quasi mai) fine a se stesse, ambivano a sollecitare l’attenzione
del potenti e del popolo alle necessità dell’uomo, e ad un malessere
anche personale di esso (schiavitù, cibo, casa, malattia, e violenza in
genere) con una provocatoria denuncia di ciò che si stava evolvendo nel
male dell’ingiustizia e del bisogno, in cui l’arte era l’unico modo per
esprimere e forse l’unica risorsa permessa.
Non so ma tutto questo suona un po’ dai nostri potenti come: “ la gente vuole pane… dategli le Brioches”.
Titolo: Castore e Polluce (Pocapaglia primavera 2010)
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